Fascicolo di fabbricato: ingegneri e architetti danno l’ok

Ingegneri e architetti: sì al fascicolo di fabbricato

«L’annuncio dell’introduzione del certificato di stabilità è una cosa opportuna da parte del Governo. Sono anni che il Cni ne chiede l’introduzione, in quanto strumento determinante per conoscere le criticità di un edificio». Le parole sono quelle di Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri e numero uno della Rete delle professioni tecniche, e arrivano a commento del crollo di una palazzina a Torre Annunziata (Napoli) che ha causato otto morti. «Il Sisma bonus è un bel passo in avanti, anche se sono necessarie delle modifiche normative per renderlo meglio attuabile. Va detto, però, che non possiamo aspettare che siano i condomini e i proprietari di immobili ad avviare queste procedure. Bisogna far sì che si abbia una conoscenza più ampia dello stato degli immobili, così da poter stabilire se e come è bene intervenire per garantire la sicurezza». Zambrano ha infine aggiunto: «In Italia abbiamo circa 20 milioni di edifici costruiti prima che venisse introdotta la normativa sul rischio sismico che ha imposto regole più stringenti nel settore delle costruzioni. Ecco perché ci aspettiamo un ulteriore sforzo dal mondo della politica, anche nella direzione dell’introduzione del fascicolo del fabbricato».

sismabonus

Oltre agli ingegneri, anche gli architetti italiani hanno dato il loro benestare alla proposta di Graziano Delrio, ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di rendere obbligatorio per tutte le case il certificato di stabilità. Secondo il Consiglio Nazionale degli Architetti la suddetta normativa rappresenterebbe una «documentazione minimale capace di far conoscere le condizioni di vulnerabilità degli edifici, così da avere un quadro realistico dello stato del patrimonio edilizio del nostro Paese, anticipando l’istituzione dell’auspicato fascicolo del fabbricato – una sorta di cartella clinica – contro il quale si levano interessate voci di dissenso». Nella nota diramata dal Cna, infine, si legge: «Non c’è dubbio che lo sterminato patrimonio edilizio italiano vada messo in sicurezza, considerando che fortunatamente si è arrestato il processo di espansione. Può essere l’occasione non solo per raggiungere dei necessari standard di stabilità per ogni immobile, ma anche per rimettere in moto in maniera virtuosa l’edilizia, colpita, più di tutte, dalla crisi economica».

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