Italia a piccoli passi verso il Leed

Nonostante la diffusione dell’edilizia sostenibile stia crescendo in Italia e lo dimostra anche il progressivo aumento del numero di edifici certificati Leed-Gbc, c’è ancora tanto da fare soprattutto su scala urbana. È la conclusione, non sorprendente, di un incontro tenuto martedì 20 giugno 2017 all’assessorato all’Ambiente del Comune di Milano. La tavola rotonda era riservata agli amministratori comunali italiani, con l’obiettivo di approfondire il tema della rigenerazione urbana e confrontarsi sulle best practice di riqualificazione urbana sostenibile. 

L’iniziativa si inserisce tra le azioni di dialogo con le Pubbliche Amministrazioni che Gbc Italia intende costruire per riuscire a rispettare gli obiettivi presi alla COP21 insieme alWorld GBC e prosegue quanto già avviato con il progetto europeo Build Upon per la riqualificazione degli edifici esistenti.

Oltre alla vicepresidente di Gbc Italia, Nadia Boschi, alla tavola rotonda hanno partecipato il Presidente del World Gbc Tai Lee Siang, Marco Granelli, assessore alla mobilità e all’ambiente del Comune di Milano, Gloria Zavatta, amministratore dell’Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio Comune di Milano; Rosa Gilardi, dirigente dell’area Urbanistica del Comune di Torino; Alex Pratissoli, Assessore alla Rigenerazione Urbana e del Territorio del Comune di Reggio Emilia; Andrea Civati, Assessore alla pianificazione territoriale e ai lavori pubblici del Comune di Varese eNicoletta Antonias di Italferr.

«Se vogliamo raggiungere i target degli Accordi di Parigi e abbassare il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, dobbiamo agire in grande e dobbiamo pensare in grande –ha affermato Tai Lee Siang – Se pensiamo ad un edificio alla volta, non ci arriveremo mai, per questo dobbiamo agire su scala urbana e di Paese».

Tai Lee Siang ha ringraziato e incoraggiato GBC Italia a continuare il dialogo con le amministrazioni pubbliche per facilitare la condivisione delle best practice e ha focalizzato l’attenzione su tre punti principali: innanzitutto la realtà urbana delle città italiane è molto diversa e questo è un aspetto molto positivo perché c’è un adattamento rispetto al contesto culturale sociale ed economico. Successivamente ha sottolineato l’importanza del cambiamento culturale: la cultura è più durevole degli edifici. Gli edifici prima o poi passeranno ma se si costruisce la cultura, quella resterà per sempre. Gli italiani hanno uno modo di vivere che è di per sé sostenibile, ma devono ritornare alle loro radici culturali per trovare nell’antichità l’essenza della sostenibilità. Per ultimo, ma non meno importante, tutti i tipi di business devono ora considerare gli aspetti sociali, economici e ambientali. Il processo di rigenerazione non deve essere funzionale solo ad aumentare il profitto del real estate ma deve essere vincente tre volte, apportando benefici anche alla comunità e all’ambiente.

Tai Lee Siang
Tai Lee Siang

Nadia Boschi, vicepresidente di Gbc Italia ha sottolineato l’attenzione su alcuni dei principali punti emersi dal confronto: «Innanzitutto è importante sottolineare che le persone sono sempre state al centro del confronto. In secondo luogo, l’importanza delpartenariato tra Pubblico e Privato. Questo rapporto deve essere riformulato, trovando una soluzione di maggiore equilibrio che riconosce gli interessi dell’obiettivo pubblico nel tutelare gli interessi della comunità e l’esigenza dell’operatore privato nel creare valore. Un altro tema fondamentale emerso è l’utilità di avere sistemi di riferimento energetico ambientali (Leed, Gbc quartieri, Gbc condomini) per valutare in mondo terzo l’effettivo avanzamento nella riduzione di emissioni di CO2. Gli strumenti verificati da terza parte sono determinanti perché qualificano l’investimento privato e sono nell’interesse del bene pubblico».

Per quanto riguarda la mobilità è intervenuto l’assessore del Comune di Milano, Marco Granelli: «Oggi le città devono essere capaci di indurre pratiche di buoni stili di vita, come l’andare in bici, che aiutano l’ambiente, la salute e migliorano quindi la qualità della vita dei cittadini. La scommessa di Milano è quella di rendere possibili questi stili di vita in un territorio molto vasto che è quello della città metropolitana. Il Comune di Milano negli ultimi 5 anni ha investito molto nel trasporto intermodale e nel bike e car sharing che ha permesso di facilitare il cambiamento di comportamento dei cittadini. Un altro sforzo della nostra amministrazione è quello di integrare le periferie con il resto della città e fare in modo che pratiche di stili di vita salutari si diffondano ovunque».

Alex Pratissoli del Comune di Reggio Emilia ha ringraziato GBC Italia per l’occasione offerta: «Siamo di fronte alla prima grande rivoluzione del settore delle costruzioni e il pubblico deve accompagnare il settore delle costruzioni verso questa sfida che rappresenta anche un’opportunità economica. Il ruolo del pubblico deve inoltre essere molto chiaro sulla riduzione di consumo del suolo, specialmente del territorio agricolo. Occorre una politica chiara di riduzione del consumo di suolo come condizione necessaria per attivare processi di rigenerazione diffusi. Questo ci aspetta come amministrazioni. Stiamo attendendo da tanto una legge nazionale sull’urbanistica e di riduzione del consumo di suolo».

Gloria Zavatta di Amat ha elencato le tantissime esperienze e gli strumenti di pianificazione che si rivolgono alla riduzione della impronta ambientale del Comune di Milano ad includere l’ultimo progetto di rigenerazione urbana in corso Clever. «Il problema è il commitment e l’implementazione. Inoltre c’è un problema che riguarda il tema della cultura: il Comune di Milano ha messo a punto un bando per incentivare il privato alla riqualificazione delle proprie abitazioni, un milione di euro a fondo perduto. Tutte azioni e interventi che possono attivare la consapevolezza sui temi della riqualificazione energetica anche sul fronte privato».

per Rosa Gilardi, dirigente Area Urbanistica Città di Torino, «le amministrazioni pubbliche hanno la necessità di misurare la qualità degli interventi di rigenerazione attraverso fattori raffrontabili e oggettivi. È importante capire quali siano gli indicatori più appropriati per valutare la qualità complessiva dell’ambiente urbano. A questo proposito la Città di Torino è capofila del progetto Cesba Med- Sustainable Med Cities, dell’iniziativa Europea Iterreg, che sta condividendo con 13 partner di 7 nazioni un insieme di indicatori che agiscano non solo alla scala di edificio ma anche a quella dell’isolato e del quartiere. È inoltre fondamentale affrontare anche gli aspetti sociali delle aree urbane come la sicurezza, l’integrazione e l’accessibilità dei servizi primari e di vicinato, che contribuiscono a caratterizzare la qualità dell’ambiente urbano per i cittadini».

Secondo Andrea Civati, assessore alla pianificazione territoriale e ai lavori pubblici della Città di Varese, «i temi di rigenerazione urbana, di riduzione del consumo di suolo e di efficientamento del patrimonio edilizio anche privato rappresentano al giorno d’oggi scelte obbligate per le città italiane. La città di Varese sta affrontando un’operazione di riqualificazione urbana, il progetto Stazioni, finanziato per 18 milioni di Euro a livello nazionale nell’ambito del Bando Periferie. Si prevede un incremento delle aree verdi e delle alberature e la valorizzazione delle modalità di spostamento sostenibile. Anche il piano di governo del territorio di Varese punta sull’azzeramento del consumo di suolo e sulla rivalutazione dei tessuti edificabili, anche attraverso la scelta impopolare di ridurre gli indici di edificabilità. Le amministrazioni non dovrebbero essere lasciate sole in queste scelte ambiziose, servirebbe una direzione politica nazionale per ridurre il consumo di suolo nelle città».

Infine, per Nicoletta Antonias, controllo ambientale cantieri di Italferr «intendiamo lavorare insieme alle città per poter raggiungere gli obiettivi di sostenibilità che ci siamo posti come Gruppo Ferrovie, noi crediamo molto nella progettazione degli edifici e delle opere infrastrutturali sostenibili. Italferr infatti, già prima del 2010 aveva elaborato alcune metodologie internamente, sia per misurare la sostenibilità ambientale dell’intervento che per valorizzare i territori che i progetti attraversano mediante la bonifica dei terreni e le indagini archeologiche preventive. In Italferr abbiamo scelto di aderire spontaneamente alla Iso 14010 e di sviluppare un tool di valutazione dell’impronta climatica dei progetti. Nel tempo questa decisione si è tradotta nella stipula di un contratto con le aziende costruttrici per fare in modo che le aziende che realizzano l’opera rendicontino le emissioni di CO2 prodotte. Quindi abbiamo trovato nei protocolli di sostenibilità Leed e Envision la possibilità di tradurre quei criteri, quegli indicatori, già stabiliti nelle nostre metodologie, nell’ambito di un protocollo riconosciuto a livello internazionale. È per noi un’opportunità importante poter siglare un impegno in una lingua che sia nota a tutti. Abbiamo lavorato alla stesura delle linee guida per l’applicazione del protocollo Envision in Italia che oggi sono al vaglio di approvazione, e intendiamo applicarle al primo progetto pilota in Italia con il supporto di Gbc per la parte Leed del progetto».

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