Sgarbi all’Ance Veneto: basta costruire

Basta costruire. Un’opinione legittima, anche se in tempi di crisi sembra un’insulto alle aziende dell’edilizia. Ma il paradosso è che la provocazione è espressa su invito dell’associazione del costruttori, l’Ance. Ha proporre lo stop, perlomeno fino a quando non sia restaurato l’intero patrimonio storico italiano (cioè mai) è stato Vittorio Sgarbi, noto a pari merito come critico d’arte e come polemista. Sgarbi lo chiama «un patto tra Stato e costruttori per recuperare il patrimonio degli edifici storici». Ma in realtà è uno stop assoluto, visto che restaurare tutti gli edifici storici italiani è impossibile se non in decenni, e ammesso che esistano le risorse per farlo. Ma tant’è: esiste anche una trattoria a Roma dove i clienti apprezzano l’oste che li insulta. Più o meno la filosofia è la stessa.

«Più della metà del costruito in Italia è stato realizzato dal 1959 in poi: in soli 60 anni abbiamo costruito più che nei precedenti 2700», ha puntato il dito Sgarbi. «La velocità e la sregolatezza sono nemiche della qualità. Se io potessi attribuirmi l’incarico di ministro del Patrimonio, autorizzerei una costruzione ex-novo soltanto dopo che l’ultimo edificio storico di pregio sia stato opportunamente restaurato. Quello che manca è appunto un accordo tra il pubblico e costruttori per un serio piano di recupero del costruito, già eccedente rispetto al reale fabbisogno».

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi

Sgarbi ha partecipato al dibattito pubblico organizzato dai giovani costruttori di Ance Veneto a Villa Varda di Brugnera (Pordenone) per il terzo appuntamento del Ciclo del Bello. Il critico d’arte e polemista davanti a una platea di 250 persone composta da imprenditori edili, progettisti ma anche tanta gente comune, era chiamato a dire la sua sul tema portante della conferenza: Il valore del bello e della qualità delle costruzioni. Argomento al quale i giovani costruttori dell’Ance si mostrano molto sensibili da tempo. Come spiega Giovanni Prearo, presidente di Ance Veneto Giovani, «Il Ciclo del Bello, quattro conferenze organizzate in alcune delle più belle ville venete, nasce proprio dalla volontà di diffondere una nuova cultura del costruire, più attenta alla qualità secondo il binomio classico di forma e sostanza: non c’è bellezza estetica che non sposi la qualità, l’etica e la cultura del lavoro». «La speculazione prima e la crisi economica poi», gli ha fatto eco Marco Bertuzzo, del Gruppo Giovani imprenditori Ance Pordenone e Trieste, «hanno calpestato in passato questi valori che noi, proprio perché rappresentiamo le nuove generazioni, intendiamo rifondare. Per fare questo occorre instaurare un rapporto virtuoso tra committente, progettista e costruttore e combattere le logiche di ribasso, sconto e minor prezzo possibile». «Logiche che spesso condizionano anche i cittadini comuni, che si trovano spesso nel ruolo di committenti», rilancia Prearo.

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