Matteo Tampone, l’arte del Cement Design

L’arte di Matteo Tampone, artista-designer torinese, al Salone del Mobile 2016: dal 12 al 17 espone sotto la Madonnina i suoi ultimi lavori Rock Face, Materia prima e Toccare con mano. Per il secondo anno Tampone torna a Milano nella settimana dedicata al design rinnovando la collaborazione con Cement Design, azienda leader nella produzione e distribuzione di materiali innovativi a base cementizia. A dominare le sue ultime creazioni è la ruggine, elevata dunque a materia artistica. È il Ventura Desing District (in via Massimiliano 25) ad ospitare le sue opere.

Salone del Mobile, RockFace - Matteo Tampone
Salone del Mobile, RockFace – Matteo Tampone

Rock Face. È l’icona di un volto vissuto che racchiude in sé storie di epoche differenti, un volto in cui si coglie ancora l’espressività di una storia epica nella sua evoluzione dei tempi. Un viso segnato dal tempo ma pieno di forza, è impresso su una superficie altamente resistente, la carta da parati in fibra di vetro, da Inkiostro Bianco, laboratorio specializzato in decorazione di interni. È la tecnologia che incontra la tradizione e, attraverso le cromie dei tratti profondi ed espressivi, offre un coinvolgimento unico nel suo genere.

Salone del Mobile, Materia Prima - Matteo Tampone
Salone del Mobile, Materia Prima – Matteo Tampone

Materia prima. I materiali sono una parte essenziale della ricerca artistica e progettuale di Tampone. Esplorare, sperimentare e plasmare i materiali sono stimoli per proporre nuovi concetti e nuove opere. Così, dal ferro, l’ottone e il rame ossidato, nasce la lampada-scultura a sospensione. È la rivincita della materia stessa che in quest’opera si riappropria della sua identità con tutta la sua forza diventandone la protagonista.

Salone del Mobile, Toccare con mano - Matteo Tampone
Salone del Mobile, Toccare con mano – Matteo Tampone

Toccare con mano. Matteo Tampone gioca con il processo di ossidazione della materia terrena per creare un concerto di dodici mani che riaffiorano nel presente da un passato vissuto singolarmente. Rosse, ferrose, forti come il passato, oppure azzurre, brune e mescolate nel presente. Mani da sfiorare per ascoltare le loro anime che vivono in battiti fluidi, interrotti, lunghi, vivi, simulati, prolungati nel tempo come un eco di storia che volge vivamente verso l’infinito.

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