Cambiamenti climatici: più rischi nei Paesi in via di sviluppo

Le economie emergenti devono fronteggiare una perdita di oltre il 10% delle ore di lavoro a causa del peggioramento delle condizioni termiche sul posto di lavoro, deterioramento innescato dai cambiamenti climatici. La riduzione dell’orario lavorativo innesca, di rimbalzo, una frenata della produzione economica (e dello stesso Pil) per diversi Paesi in via di sviluppo come India, Indonesia e Nigeria.

Sono le conclusioni del rapporto presentato in occasione del Climate Vulnerable Forum dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, a Ginevra. L’appuntamento è inoltre coinciso con il Giorno della Memoria dei Lavoratori e proprio i lavoratori sono stati messi al centro dell’indagine:  lo studio “Cambiamenti climatici e lavoro, impatti di calore nel luogo di lavoro” ha messo in mostra tutti gli effetti e i rischi del caso; un eccessivo calore sul posto di lavoro rappresenta un serio pericolo per salute dei lavoratori, troppo spesso esposti a colpi di calore (che in casi estremi possono portare alla morte). È poi ovvio che quando il clima è troppo caldo le persone lavorino meno efficientemente (sia che si trovino in fabbrica, sia che esse siano in ufficio), visto che l’organismo riduce la capacità di sforzi fisici e mentali rispetto a condizioni climatiche più favorevoli.

Cambiamenti climatici e lavoro, la conferenza a Ginevra
Cambiamenti climatici e lavoro, la conferenza a Ginevra

Lo studio sostiene che sono più di 1 miliardo, tra dipendenti, datori di lavoro e comunità, le persone alla prese con l’eccessivo calore sul posto di lavoro. L’impatto dei cambiamenti climatici in tale ambito non è ancora preso in considerazione adeguatamente dalle politiche climatiche o lavorative nazionali e internazionali. Oltre a India, Indonesia e Nigeria, aree altamente esposte ai rischi sono il Sud degli Stati Uniti, l’America Centrale, tutto il Nord e l’Ovest dell’Africa e buona parte del Sud-Est asiatico. Ma la manodopera più vulnerabile è sicuramente quella dei Paesi  meno sviluppati e in via di sviluppo, che vedono elevate concentrazioni di manodopera cosiddetta esterna.

La necessità di limitare il riscaldamento globale, giunto a livelli critici, è più che urgente. I recenti accordi globali di Parigi si sono mossi in questo senso: l’unica via è rafforzare i piani di riduzione delle emissioni, cosa che avrebbe un sensibile impatto positivo a livello economico e di salute pubblica.

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