I pilastri del rapporto brand-consumatore? Autenticità e privacy

L’agenzia globale di comunicazione Chon&Wolf ha presentato la prima edizione di Authentic 100, indice annuale dei marchi classificati secondo la percezione di autenticità da parte dei consumatori. Lo studio, per la prima volta, definisce le peculiarità che determinano l’autenticità di marca e se la presenza o meno di questi attributi comporti variazioni nelle decisioni dei consumatori. La ricerca identifica un importante “authencity gap” tra brand e consumatori, con un 75% dei quasi 12.000 consumatori intervistati in 14 mercati che dichiarano un problema di credibilità per marchi e aziende.

Veniamo dunque alle principali evidente riscontrate. Innanzitutto un elevato scetticismo globale: quello dei consumatori è  più alto in Europa Occidentale con solo il 7% degli intervistati nel Regno Unito, Francia, Germania e Spagna (9% per l’Italia) – e solo il 5% in Svezia che descrivono i marchi come “onesti e trasparenti”. Nei Paesi meno scettici – Cina e Indonesia – il numero si assesta sul 36% e il 35%, rispettivamente. Gli Americani (+23%) si collocano a metà strada e più vicini alla media globale del 22%. Spicca poi l’importanza della privacy: la preoccupazione rivolta verso la protezione dei dati sensibili viene considerata una componente fondamentale dell’autenticità del brand per i consumatori. A livello globale, “proteggere i dati dei clienti e la loro privacy” è il quarto più importante attributo di autenticità. Ecco dunque l’opportunità dell’autenticità: quasi 9 consumatori su 10 sono disposti a premiare un marchio per la sua autenticità, il 52% lo consiglia ad altri e un 20% sarebbe disposto a mettere mano alla tasca e a investire in un marchio in grado di dimostrare la sua autenticità. Sono tre gli elementi chiave dell’autenticità: affidabilità, rispettabilità e verità.  E ancora, i consumatori hanno bisogno ogni giorno di riscontri reali che dimostrino loro di poter contare sui marchi. Nel definire l’autenticità, danno priorità alla “qualità” (66%) e alla “capacità di mantenere le promesse” (70%) rispetto a misure più valoriali quali la “responsabilità sociale” (57%) e la “responsabilità ambientale” (55%).

Queste le parole di Donna Imperato, amministratore delegato di Cohn&Wolfe: “Le regole della comunicazione sono irrevocabilmente cambiate, e si può chiaramente vedere che oggi i consumatori ricompensano quei brand che meglio sanno entrare in relazione con loro in maniera aperta e onesta. I consumatori possono anche perdonare il passo falso occasionale di un’azienda, a patto che si dimostri sincera e affronti la questione in maniera diretta. I brand in cima alla classifica di Authentic100 l’hanno capito, e hanno dimostrato con costanza e coerenza che tengono più a un dialogo sincero con i propri clienti che ai propri numeri”.

Brand, la fiducia dei consumatori
Brand, la fiducia dei consumatori

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