Lavoro, imprese italiane a caccia di chef e specialisti hi-tech

L’Italia è alla ricerca di lavoratori altamente specializzati, ma anche di medici e di chef. È quanto emerge dal Talent Shortage 2015, l’indagine annuale condotta da ManpowerGroup che coinvolge oltre 41mila responsabili di Risorse umane di 42 Paesi. In Italia, nonostante un tasso di disoccupazione ancora alto, il 28% delle aziende riscontra difficoltà nel ricercare lavoratori con le giuste competenze. Secondo l’indagine, arrivata alla sua decima edizione, è finita l’era in cui ad essere richiesti erano ingegneri, laureati in economia e commercio, architetti, avvocati e notai. Quello che oggi le aziende italiane chiedono sono professionisti con competenze tecniche e specifiche di ogni settore. New entry rispetto allo scorso anno sono i macchinisti, che coordinano e regolano i processi produttivi, mentre slittano dal terzo al secondo posto le segretarie, gli assistenti di direzione, gli assistenti amministrativi e il personale di back office. Ritroviamo sul podio anche i tecnici specializzati che operano per il corretto funzionamento delle attrezzature tecniche. Nelle prime dieci posizioni compaiono inoltre i medici, tra le motivazioni ci sono il ricambio generazionale dei medici-primi baby boomer e il progressivo invecchiamento della popolazione. Anche l’It vede crescere i suoi addetti soprattutto per i programmatori delle start-up e per chi si occupa di sviluppare applicazioni per il mobile. Il mondo aziendale, continua invece ad avere bisogno di professioni in ambito commerciale. Il turismo è inoltre un settore in crescita che può offrire diverse opportunità d’impiego soprattutto in ambito alberghiero e nella ristorazione.chef

«Dall’indagine si evince come i posti di lavoro maggiormente disponibili sono quelli non facilmente sostituibili dalla tecnologia. Rispetto al passato, però le competenze richieste dalle aziende stanno diventando sempre più elevate.  Per competere sul mercato del lavoro sarà necessario quindi quel giusto mix di conoscenze tecniche (hard skills) e competenze trasversali (soft skills)», ha commentato Stefano Scabbio, presidente di Area Mediterranea ManpowerGroup.

A livello globale, la maggiore difficoltà nel trovare lavoratori con le giuste competenze viene riscontrata in Giappone dove la quota di aziende che lamentano difficoltà è dell’83%. Tendenza simile si riscontra anche in Perù, Hong Kong, Brasile e Romania dove si registra un tasso di difficoltà superiore al 60%. Le posizioni più difficili da reperire a livello globale sono quelle degli addetti specializzati nelle lavorazioni, soprattutto chef, pasticceri, macellai, meccanici ed elettricisti.

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