Assoedilizia scende in campo contro la local tax

    Fuoco di sbarramento preventivo di Assoedilizia in vista della riforma sulle tasse immobiliari (la local tax), che dovrebbe entrare in vigore nel 2016. «Quando fu introdotta l’esenzione Ici per l’abitazione principale in proprietà, per coprirne il mancato gettito, si cominciò subito a parlare di Imu. In seguito, dichiaratamente per razionalizzare e semplificare, ma chiaramente nell’intento di ovviare agli effetti della reitroduzione di quell’esenzione dall’Imu, si parlò di service tax, poi ancora di Isi-imposta per i servizi indivisibili e di Trise, poi di Tuc, anzi di Iuc», attacca il presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici. «Infine, si arrivò alla Tasi che, definita nella legge genericamente tributo per non sbagliare, evocando nella sigla una tassa pur essendo un’imposta, sarebbe stata in grado di confondere le acque e di far perdere il filo della logica sottostante». Secondo Assoedilizia «C’è dunque il sospetto che la revisione allo studio, con la local tax, sia l’occasione per ritoccare in peggio  la fiscalità immobiliare». Anche il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, è sceso in campo: «Se la local tax si limiterà solo a rendere più facilmente pagabile lo stesso gravame impositivo, è forse meglio passare oltre. Sarebbe un segnale di ulteriore disperazione, che solo i maxieconomisti possono non capire. Gli italiani, per passare da un incubo alla speranza, hanno bisogno di un alleviamento, non di una conferma sia pure indiretta dell’attuale peso di imposte sulle loro case».casa soldi

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