Anie e Anima: nell’edilizia cresce il peso dell’elettronica

    «La compravendita degli immobili mostra segnali di ripresa. Il governo italiano con le riforme si sta muovendo nel modo giusto, ma la priorità è tornare a investire. Nel mondo delle costruzioni abbiamo esempi di eccellenza nell’utilizzo delle innovazioni e servono quindi politiche volte a trasformare gli edifici», spiega Giorgio Squinzi, presidente della Confindustria. L’occasione è stato il convegno promosso da Anie e Anima intitolato Progetto Building: il ruolo della tecnologia nell’edificio moderno. Che è partito da una considerazione: in un mercato dell’edilizia che negli ultimi anni ha registrato una pesante sofferenza, l’impiantistica elettronica, elettronica e meccanica continua invece a registrare un trend crescente. Fra il 2008 e il 2014 il settore delle costruzioni ha perso, a valori correnti, il 17%. Nello stesso periodo la spesa per gli impianti alle nuove costruzioni è passata da un peso del 9,8 % sul costo globale di un fabbricato a un peso pari al 14,4%. I dati, elaborati dal Cresme, non lasciano dubbi: le tecnologie elettroniche ed elettrotecniche rappresentate in Anie e le tecnologie meccaniche rappresentate in Anima hanno realizzato nel 2013 un fatturato congiunto di circa 46 miliardi di euro, di cui 23 miliardi nel mercato nazionale, mentre gli investimenti in costruzioni ed edilizia nel 2014 hanno rappresentato un mercato da 103 miliardi, a cui si aggiungono 36,3 miliardi di manutenzione ordinaria.

    La crescita delle tecnologie è più alta con un maggiore contenuto di innovazione, soprattutto nei prodotti per la sicurezza, risparmio energetico e benessere. Il settore del risparmio energetico negli ultimi sei anni ha registrato un boom (+ 577% per l’illuminazione Led, +55% per gli impianti fotovoltaici, + 34% domotica). L’evoluzione porta a vedere il building come un sistema in cui i diversi impianti si integrano e in questo contesto sarà la sinergia tra le varie tecnologie a fare da traino. Secondo Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, «il vero problema sono gli investimenti, che devono ripartire. Investimenti nel mondo delle costruzioni e in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto. Il sesto ciclo edilizio è finito e siamo in una nuova fase che è a un livello più alto grazie a fotovoltaico e rinnovabili. Manutenzione e gestione sono fondamentali. Vi è selezione a livello sociale, territoriale, tipologica e imprenditoriale. Ma la selezione più importante riguarda la capacità di innovazione. Le previsioni dicono che al 2025 avremo un +70% per il mercato delle costruzioni, dove i micro interventi continueranno a ricoprire un ruolo importante».

    Il trend, insomma, continuerà: le previsioni al 2020 indicano una crescita del 15,7% del valore della produzione del settore delle costruzioni in Italia, con una crescita del 33,1% del mercato dell’impiantistica in generale. Gli interventi a commento di questi dati hanno toccato diversi aspetti del probela: «Diciamo di voler cambiare, ma siamo ancora ancorati alle consuetudini. La tutela ambientale ha degli elementi di debolezza, ovvero le norme troppo complesse e la mancanza di un colloquio tra pubblica amministrazione e mondo delle imprese. I tempi lunghi e i numeri dei permessi necessari sono vergognosi e il mio compito è quello di invertire questo processo», ha sottolineato Maria Cristina Pinoschi, direttore area tutela e valorizzazione ambientale cittá metropolitana di Milano. «Gli obiettivi del nostro progetto sono evidenziare il ruolo delle tecnologie nell’edificio, avere in mente che non potrà mai esserci un edificio a energia quasi zero senza tecnologia, il building contribuisce alla creazione di smart city, edifici interconnessi», ha concluso Davide Colombo, coordinatore del gruppo Building.cavi-elettrici

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