Samoter al via tra paura e ottimismo

    Samoter al via con l’inaugurazione ufficiale dell’expo veronese, giunto alla cinquantesima edizione. Un appuntamento importante: «L’industria italiana delle macchine per costruzioni vale 2,5 miliardi, copre l’intera gamma di prodotto e impiega circa 6 mila persone direttamente, con un indotto di ulteriori 30 mila unità lavorative», ha ribadito il presidente di Unacea, Enrico Santini. «È un comparto d’eccellenza, ma dalla crisi del 2008 in poi ha subito un drastico dimezzamento del fatturato. Per farlo ripartire in pieno, governo e istituzioni devono agire per evitare che si crei un mercato a due velocità, dove chi per scelta o necessità aggiorna i propri macchinari, adeguandoli alle normative europee antinquinamento, non risulti meno competitivo di chi continua a operare con mezzi obsoleti». Ma le prospettive quali sono? Nonostante i timidi segnali di ripresa del mercato interno, che segna un 20% nel primo trimestre dell’anno secondo i dati diffusi mercoledì da Unacea, lo scenario di breve-medio termine del construction equipment italiano continuerà a scontare la scarsa dinamicità degli ultimi anni, secondo l’analisi di Luca Agolini e Cristina Rossi, senior economist di Prometeia. L’unica via d’uscita per le imprese è puntare sull’internazionalizzazione, con maggiore attenzione ai mercati lontani, più difficili da penetrare ma con grandi prospettive di crescita economica e di sviluppo dell’edilizia. Più ottimista Paul Howard, consultant di Off-Highway Research: in Europa, dopo il crollo del 2008-2009 con sole 80mila macchine vendute, la situazione sembra essersi stabilizzata su un trend di crescita moderata, ma costante, che dovrebbe portare nel 2018 a raggiungere le 125mila macchine vendute. Anche per quanto riguarda il mercato statunitense, le stime prevedono un moderato trend di crescita nei prossimi anni, anche se lontano dal raggiungere i livelli pre-crisi. gru4

     

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