Macché Risiko, meglio il Monopoli

Può darsi che prima o poi i partiti la smettano di giocare a Risiko, di passare il tempo a preparare sanguinose offensive che si risolvono in precipitose ritirate. Sarebbe meglio, invece, che a Montecitorio e dintorni si dilettassero con il Monopoli, un vecchio ma sano gioco che riporterebbe leader e gregari a un bagno di realtà. Com’è noto, il Monopoli si basa sulla compravendita di terreni e l’edificazione di immobili. Non a caso è stato inventato negli Stati Uniti nel 1935, cioè dopo la Grande Depressione: è un gioco che racchiude in sé il dinamismo della crescita e i principi dell’intera economia di mercato. Del mercato per eccellenza, quello del mattone. Infatti, è proprio l’importanza del settore immobiliare e, di conserva, delle costruzioni, che è al centro dei trend economici degli Usa: vale la pena di osservarlo meglio. La profonda recessione del 2007, che in Italia sembra non finire mai, ha avuto inizio proprio dalla inconsistenza di gran parte dei mutui: sul mattone era stata gonfiata un’enorme bolla finanziaria. È persino fallita una banca (Lehman Brothers) eppure negli Usa la recessione è terminata da un paio d’anni. Anche grazie alla decisione da parte del governo di spingere sull’edilizia e il real estate. Come hanno fatto? La ricetta non è complicata e, se si distraessero dal gioco del Risiko, la potrebbe capire perfino chi siede in Parlamento.

Da una parte governo e banche Usa hanno adottato una politica di pulizia dei conti (non perfetta, d’accordo, ma pur sempre qualcosa). Poi, hanno pompato liquidità attraverso le operazioni di finanziamento della Federal Reserve: intendiamoci, non sono a costo zero, ma sempre meglio che far fallire le imprese. Gli ultimi dati (relativi a febbraio) danno ragione alla strategia di Barack Obama: negli Stati Uniti la spesa per costruzioni è salita dell’1,2%  (la bellezza di 885,1 miliardi di dollari), spinta da un aumento degli investimenti per l’edilizia residenziale, che sono saliti ai massimi da quattro anni. Rispetto a febbraio del 2012 la spesa per le costruzioni è balzata del 7,9%. E gli investimenti per l’edilizia residenziale sono saliti del 2,2%, a un tasso annuo di 303,4 miliardi, il più sostenuto da novembre 2008. Insomma, sono numeri, non chiacchiere.

Vale la pena di ricordare, ai nostri giocatori di Risiko, che nel comparto delle costruzioni (edilizia e ristrutturazioni) la percentuale di imprese in fila d’attesa per essere pagata dallo Stato, anche in Bot, è stata finora pari al 16,2%, quota che equivale a 100.926 aziende. Magari occuparsene potrebbe essere una buona idea per smettere di giocare.

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